Antifascismo oggi

Rita Scapinelli

Parlare oggi di una riproposizione del fascismo tale e quale  a come l’abbiamo conosciuto dal 1919 fino alla fine della seconda guerra mondiale,  non ha molto senso. Allora il fascismo traeva origine da una serie di situazioni che si erano venute a creare al termine di una prima guerra mondiale sanguinosa e disastrosa, “l’inutile strage” come fu definita, che aveva creato un senso di frustrazione presente nei Paesi sconfitti, con un aumento complessivo del debito pubblico, la crescita della disoccupazione associata all’aumento eccessivo dei prezzi e una piccola borghesia delusa e rancorosa. Un insieme di cose che spiega molto il carattere militare e violento della lotta politica, l’estrema accentuazione nazionalista, la rivalsa verso minoranze razziali considerate come concausa della crisi.  Oggi viviamo una situazione differente, questi caratteri originali del fascismo non hanno più solide basi per riaffermarsi. L’Italia è inserita in un campo economico e militare molto strutturato, non esistono conflitti destabilizzanti in grado di determinare quelle dinamiche ( il conflitto russo-ucraino non può essere paragonabile alla prima guerra mondiale),  vi è una pulsione razzista, ma è prevalentemente indirizzata verso chi proviene dall’esterno, non tanto verso il fronte interno. 

Tuttavia, i principi ispiratori del fascismo sono sempre presenti anche nell’attualità del nostro periodo storico e li rileviamo non solo in gruppi dichiaratamente neofascisti, ma anche nei discorsi di aderenti alle forze politiche di destra, e, cosa ancora più grave, nelle pratiche e nelle scelte politiche di queste forze.

Fra questi spiccano: il tradizionalismo e il rifiuto della modernità, la diffidenza verso il mondo della cultura, la paura della differenza, l’appello alle classi medie, l’ossessione del complotto, il disprezzo per i deboli, la diffidenza rispetto al processo decisionale democratico.

Fratelli d’Italia al governo

Ed ecco che ci troviamo, dopo le ultime elezioni politiche, con un governo formato per lo più da esponenti di un partito come Fratelli d’Italia che non ha mai rotto con le sue origini fasciste. Ricordiamo che Fratelli d’Italia nasce da Alleanza Nazionale, evoluzione del Movimento Sociale, erede diretto del partito fascista e di questo ne conserva ancora il simbolo, la Fiamma tricolore, giusto per non dare adito a dubbi sulla sua ideologia.

Il richiamo a tale ideologia lo abbiamo sentito fin da subito nell’intervento di insediamento della Presidente del Consiglio, certo non in modo esplicito, ma nelle sue parole si leggevano concetti che in altre occasioni non ha avuto timore ad esternare senza fraintendimenti, vedi ad esempio il discorso fatto durante la partecipazione in Spagna all’iniziativa di Vox, partito dell’estrema destra spagnola. In questo intervento emergevano chiaramente le basi del suo pensiero politico: l’appello alla tradizione giudaico-cristiana dell’Europa, che si traduce nel rifiuto esplicito all’apertura a culture diverse, il conseguente contrasto all’immigrazione, la celebrazione della famiglia tradizionale come nucleo della nazione rappresentata rigidamente dall’unione eterosessuale, un’idea di patria intesa come tutela di stili  di vita consolidati, culture autoctone, lingua e codici di comportamento ormai definiti, insomma tutto si riassume nello slogan “Dio, Patria, Famiglia” che fa ben ricordare  i pilastri fondamentali su cui si basava il fascismo.

Aggiungiamo che questa destra di governo ci ha già dato un primo assaggio di come intende gestire il sistema  della cultura e dell’istruzione. Non è di poco conto il cambio del nome del “Ministero dell’Istruzione” in “Ministero dell’Istruzione e del Merito”. La terminologia ha il suo significato e con questa variazione  ci viene data un’idea di istruzione elitista incentrata sul merito che, in un paese nel quale non vengono date a tutti le stesse opportunità, diventa la semplice e pura registrazione delle differenze sociali. 

La scuola inoltre viene utilizzata come mezzo di propaganda anticomunista se guardiamo alla circolare  emessa dal ministro dell’istruzione in occasione del 9 novembre, giornata della libertà istituita nel 2005 per ricordare la caduta del muro di Berlino, circolare che viene inviata alle scuole perché venga letta a tutti gli studenti dando una visione della storia distorta e a senso unico: una vera azione di indottrinamento che ricorda i tempi del ventennio.

Destra e qualunquismo

C’è poi un altro aspetto che ci preoccupa ed è quello delle diffusione di gruppi neofascisti,  un fenomeno in espansione che riguarda non solo l’Italia, ma  tutta l’Europa,  quello delle nuove destre, spesso violente, nostalgiche, revisioniste, che sempre più manifestano la tendenza a ricercare riferimenti non solo nel fascismo come lo abbiamo conosciuto, ma nello stesso nazismo.  In comune, infatti, hanno il rifiuto di una società multietnica, la lotta feroce contro l’immigrazione vista come un pericolo per la propria identità, fautrice di mescolanza di culture e anche di religioni,  perché alla base di queste destre c’è sempre un forte integralismo religioso e una ideologia razzista.

Queste realtà pescano il loro consenso all’interno del crescente disagio sociale determinato da una crisi economica in atto da tempo, mentre – d’altro canto – sussiste  la percezione di vivere in un paese dove la democrazia è debole. Ci siamo trovati di fronte a  governi incapaci di affrontare i problemi del paese che  hanno esautorato il Parlamento dalla discussione e dalle scelte politiche  e hanno assunto decisioni dettate dai cosiddetti stati di emergenza, dando prova di  scarsa sensibilità democratica. Non è un caso, infatti, che le ultime elezioni politiche siano state vinte proprio dalla destra  contraddistinta da posizioni oltranziste, che ha dato l’idea agli elettori di operare per una vera svolta nel paese, pur rimanendo all’interno del  liberismo e dell’atlantismo già praticati dai precedenti governi. Le proposte di eliminare il reddito di cittadinanza, di introdurre la flat tax, di attuare riforme costituzionali come  il presidenzialismo, di dare il via “liberi tutti” per quanto riguarda il green pass,   vengono viste da quella parte qualunquista del popolo italiano come proposte necessarie per superare l’attuale momento di crisi, senza che si insinui il minimo dubbio rispetto al pericolo che si sta correndo sul piano democratico e sociale. 

E’ evidente che di fronte a queste insidie, un antifascismo adeguato all’oggi richieda non solo un’attenzione scrupolosa ai segnali che verranno a livello sociale, ma anche alle prossime mosse che caratterizzeranno l’azione di governo. 

L’iniziativa politica del Prc sul terreno dell’antifascismo

Da alcuni mesi è nato un gruppo di lavoro all’ interno di Rifondazione Comunista sull’ antifascismo, tema molto sentito nel nostro partito, che si è occupato  fin dall’inizio del fenomeno delle nuove destre e del pericolo che deriva da questo “fascismo eterno”, come lo ha chiamato Umberto Eco in un suo libretto, in cui si analizzano le caratteristiche di un fascismo che “è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili”. Nelle discussioni del dipartimento Antifascismo del Partito della Rifondazione Comunista è nata l’esigenza di una formazione sul tema dell’antifascismo rivolta a giovani, e meno giovani. Trattando di questi temi, ci si è accorti che spesso si danno per scontate conoscenze storiche del periodo che va dalla prima guerra mondiale fino agli anni 2000, quando invece la stessa scuola purtroppo non se ne occupa in modo approfondito, trascurando spesso tutto il periodo che va dalla caduta del fascismo ai giorni nostri. 

Per queste ragioni è stato concepito un corso su fascismo e antifascismo che vuole essere un testo di facile accesso per tutti, disponibile  anche on line sul sito di Rifondazione Comunista (www.rifondazione.it), arricchito da documenti, materiale video e fotografico e con richiami ad approfondimenti sui vari temi.

Conoscere il fascismo per poterlo combattere, questo è l’obiettivo che sta alla base della produzione di questo ipertesto che ha potuto essere elaborato grazie alla proposta operativa di  Raul Mordenti. L’audiocorso e il libro, che ne è poi scaturito,  dal titolo “Dodicesima Disposizione” affrontano diversi periodi storici: dal periodo della nascita del fascismo, alla sua evoluzione, per arrivare al periodo del dopoguerra e quindi alla sua dissoluzione, o della  non dissoluzione visto che la maggior parte dei fascisti che avevano occupato posti dirigenziali durante il ventennio hanno poi mantenuto quei posti dopo la guerra. Prefetti, capi di polizia, dirigenti di servizi pubblici si sono ricollocati e hanno continuato a fare quello che facevano prima, segno che  nel nostro Paese non si sono mai fatti effettivamente i conti col fascismo e con la dittatura, che ci aveva portato alla seconda guerra mondiale e alla limitazione di tutte le libertà individuali e collettive.

Si arriva poi ad analizzare la storia del nostro Paese fino ai giorni nostri per constatare come l’ideologia fascista non sia mai morta, ma si è invece continuamente riprodotta nelle varie fasi politiche dal dopoguerra ai giorni nostri,  non sempre in modo esplicito, ma in modo nemmeno troppo nascosto, nei tentativi di golpe, nelle stragi, negli assassinii e  nelle politiche di forze che ora sono al governo del paese 

Diciamo spesso che fare antifascismo significa rispettare e applicare la nostra Costituzione che è Antifascista in tutto ciò che dice ed è per questo che le nuove destre agiscono in contrasto con la Costituzione. Obiettivo dei partiti di destra che strizzano l’occhio alle organizzazioni neofasciste è infatti stravolgere la Costituzione, modificarla, così come hanno già fatto in alcune sue parti.

Proprio per questo emerge in tutta la sua rilevanza il tema della difesa e dell’attuazione della Costituzione, come principale pilastro di un’aggiornata battaglia antifascista. Si è detto – giustamente – che la Costituzione rappresenta un vero e proprio manifesto antifascista e la ragione non sta solo nel fatto che la XII disposizione vieta la ricostruzione sotto qualsiasi forma del disciolto Partito Fascista, ma anche perchè l’insieme di valori che ne costituiscono la base si pongono in contrasto esplicito col pensiero fascista nella sua più ampia articolazione. La Costituzione dovrà essere quindi l’arma fondamentale per contrastare ogni possibile affermazione di principi che stanno in una prospettiva conservatrice e reazionaria.

E stante la situazione politica dovremo aspettarci tentativi di stravolgimento della nostra Costituzione, del resto già annunciati,  ai quali sarà doveroso opporci e fare fronte comune con tutte le realtà antifasciste presenti nel nostro paese.

Rita Scapinelli

Responsabile Antifascismo

Rifondazione Comunista/SE

Print Friendly, PDF & Email